L’intestin, notre deuxième cerveau

Reportage très intéressant sur l’intestin, notre deuxième cerveau. L’encéphale et le cerveau entérique ont une origine commune et ils s’influencent réciproquement. Des découvertes récentes montrent qu’il y aurait un troisième cerveau, représenté par “l’intelligence” de la flore bactérienne que nous avons dans le ventre.

Mise à jour – septembre 2015

Le documentaire intitulé “Le ventre, notre deuxième cerveau”, qui a été diffusé pour la première fois le 31 janvier 2014 par la chaîne de télévision française Arte, a été retransmis à plusieurs reprises. Il est également disponible en dvd.

Un petit déjeuner fruité

Est-ce que vous savez déjà ce que vous allez manger demain matin? Si vous n’avez pas encore décidé, je vous donne une idée pour un petit déjeuner très fruité et coloré. ;-)

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Ingrédients:

2 cuillères à café de graines de lin

2 cuillères à café de graines de chia

5-6 amandes avec la peau

1 petit poignet de baies de goji

1 figue séchée

1 banane

1-2 poires

cannelle

Le soir avant: réunir dans un bol les graines de lin, les graines de chia et les amandes. Dans une tasse à part, mettre les baies de goji et la figue en morceaux. Couvrir les graines et les fruits avec de l’eau pure et peu minéralisée et laisser tremper pendant la nuit à température ambiante.

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Le matin suivant: les graines mucilagineux auront formé une sorte de gélatine. Ajouter dans le bol les fruits secs réhydratés (l’eau de trempage est délicieuse à boire!), la banane écrasée avec une fourchette et des morceaux de fruits frais et bien mûrs (poires, pommes, kiwis…). Saupoudrer avec cannelle (ou poudre de caroubes ou, pour les plus gourmands, chocolat en poudre).

Accompagner avec une tisane et déguster trèèès lentement, cuillère après cuillère. ;-)

Bon week-end!

What defines you?

“You have this syndrome, but it is not going to define who you are…”

The story of this girl is incredible. She was born with a severe syndrome that, among other things, prevents the gain of weight. Despite all the obstacles and challenges she has faced during her entire life, she has become one of the most beautiful and encouraging persons I’ve ever heard. An extraordinary lesson of strength, love and gratitude.

How do you define yourself – Lizzie Velasquez

Crackers di quinoa e semi di lino

Ricordate i crackers ai semi di lino e germogli di quinoa ai quali ho accennato pochi giorni fa?

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Eccoli! Ok, ok, non sono belli e nemmeno regolari, ma sono gustosi e ideali da sgranocchiare con insalate, paté di verdure, zuppe, formaggi o quel che volete. Sono leggeri, friabili, molto digeribili e, particolare non trascurabile, sono vivi! Ho preso spunto da una ricetta che ho letto sulla pagina Facebook di Cibocrudo, con qualche modifica, per finire il fondo di una confezione di quinoa che continuava a guardarmi. :-) Se preferite potete sostituirla con semi di sesamo o di girasole (che andranno tritati).

Breve digressione sulla quinoa, che forse non tutti conoscono o hanno già provato. È uno pseudocereale appartenente alla famiglia delle Chenopdiacee, come gli spinaci e la barbabietola. Avendo un discreto contenuto di amido e di proteine è spesso utilizzata al posto di riso, farro, grano o altri farinacei. È originaria del Sud America e ampiamente coltivata in tutto l’altopiano andino. Tra i micronutrienti che contiene, sono presenti alcuni sali minerali (magnesio, sodio, fosforo, ferro e zinco), vitamine del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E. La quinoa è priva di glutine e quindi adatta a chi ne è intollerante. Si può usare in chicchi, cotti o crudi (germogliati, per accompagnare zuppe e insalate) o sotto forma di farina, per esempio da miscelare con altre farine nella preparazione di pane o dolci. Si usano in cucina anche le foglie, come se fossero spinaci, dei quali ricordano il sapore. La quinoa rappresenta l’alimento base per le popolazioni di Perù, Bolivia, Ecuador, perciò usiamola con parsimonia. :-)

Ingredienti:

½ tazza di semi di lino

1 tazza di acqua

½ tazza di quinoa

1 cipolla

1 carota

1 cucchiaino da caffè di gomasio (miscela di semi di sesamo 95% e sale marino integrale 5%)

olio extravergine di oliva q.b.

rosmarino

timo

Lasciate in ammollo per una notte i semi di lino con una tazza di acqua e la quinoa in abbondante acqua (in bottiglia o del rubinetto opportunamente filtrata). I semi di lino sono mucillaginosi e formeranno una sorta di gelatina. Per quanto riguarda la quinoa, già il mattino seguente troverete che sono spuntati dei piccoli germogli.

Trascorso il tempo dell’ammollo, sciacquate la quinoa e unitela ai semi di lino insieme al loro liquido gelatinoso. Aggiungete la cipolla e la carota tritate finemente, il gomasio e le erbe aromatiche.

Con un cucchiaio, stendete il composto su un foglio di carta da forno o su una larga teglia leggermente unta con olio extra vergine di oliva, in modo da ottenere uno spessore di circa 1 cm (asciugando lo spessore dell’impasto tenderà ad assottigliarsi).

A questo punto scegliete la modalità di “cottura” a bassa temperatura che desiderate: in un essiccatore (5-6 ore a 40°C), vicino ad un termosifone acceso (almeno 1 giorno) oppure al sole (per un tempo variabile in base alla temperatura), se avete la fortuna di trovarvi in un luogo caldo e soleggiato (che invidia se è così!). Quando l’impasto comincerà ad asciugarsi, formate con un coltello dei quadri o dei rettangoli delle dimensioni che desiderate.

Naturalmente, se avete fretta, c’è anche la possibilità di cuocerli in forno; il gusto sarà buono, forse migliore, ma con la cottura ad alta temperatura si perdono tanti nutrienti preziosi: alcune vitamine sono distrutte a partire dai 60°C; i sali minerali assumono uno stato meno facilmente assimilabile al di sopra degli 80°C; le proteine si denaturano; alcuni enzimi (che sono anch’essi proteine) si inattivano a temperature superiori ai 45°C; gli acidi grassi insaturi sono danneggiati… Non si tratta di diventare fanatici, ma quando si può è meglio privilegiare cotture dolci e brevi per limitare i danni.

Una volta pronti, staccate delicatamente i quadratini aiutandovi con una spatola. Sarà difficile che quest’operazione riesca perfettamente, senza sbriciolarli almeno un po’, ma anche le briciole sono buone… Io le conservo in un vasetto e le metto nelle zuppe. :-) A questo punto gustate finalmente i vostri crackers come preferite.

Potete variare le verdure, le erbe, aggiungere delle spezie (curry, curcuma o paprika, per esempio, ci stanno molto bene). Sperimentateli anche nella versione dolce, unendo alla base di semi e quinoa frutta grattugiata o a pezzetti, miele o zucchero di canna integrale. Otterrete dei simpatici “biscru” allegramente colorati e approvati anche dai bambini! ;-) Insomma, a voi di giocare con la fantasia. Unico inconveniente: bisogna avere un po’ di pazienza per aspettare che siano… cotti!

Auguro a tutti un Nuovo Anno luminoso, sereno e pieno di armonia. :-)