Montagne e orizzonti

In questo blog parlo spesso di alimentazione, anche se penso che mangiare in modo sano sia solo uno dei tasselli che contribuiscono al nostro benessere. Se da un lato è giusto e assolutamente necessario preoccuparsi di nutrirsi correttamente, dall’altro lato non deve però diventare un pensiero ossessivo, che rischia di occupare troppo spazio nella vita di una persona.

Credo inoltre che ci siano altre forme di nutrimento oltre a quelle strettamente fisiche, fonti di sostentamento per lo spirito, per l’anima, che sono almeno altrettanto importanti. Una di queste è sempre stata, almeno per me, il viaggio. Vedere posti nuovi, incontrare persone, conoscere i loro usi e costumi, modi di vivere spesso così diversi dai miei, ha sempre rappresentato una grande fonte d’ispirazione e un’infusione di ottimismo, di fiducia e di positività. Per quanto mi riguarda, visitare posti che non conosco ha anche un effetto terapeutico, perché ampliando la mia visione del mondo mi fa vedere le cose da una nuova prospettiva e mi aiuta a ridimensionare i miei “problemi”, quelli che a volte, sul momento, mi sembrano ostacoli insormontabili.

Kilimanjaro_vegetationFoto di hatebox. Licenza Creative Commons

Da alcuni anni però, complici i cambiamenti che ho affrontato in tanti ambiti della vita, i miei viaggi si sono molto diradati e mi mancano, mi mancano moltissimo! Sarà anche per questo che oggi vi parlo con entusiasmo di Agnese e del suo blog, “Montagne e Orizzonti”, dove si riuniscono alcune delle sue passioni: il viaggio, la montagna, la scrittura.

Ricercatrice curiosa della scienza e della vita, Agnese è anche un’esploratrice del mondo, affascinata dalle diverse culture che lo abitano, soprattutto quelle più sconosciute, e grande amante della natura. È una persona splendida, ricca di idee innovative, che non ha paura di andare contro corrente e di vivere al di fuori degli schemi se lo ritiene necessario. Quando parlo con lei ho sempre l’impressione che non ci sia posto dove non sia stata o che non conosca.

Nel blog “Montagne e Orizzonti” racconta le sue esperienze, vissute in prima persona, alla scoperta di luoghi vicini e lontani, in ogni caso distanti dal turismo di massa, posti che hanno conservato la loro autenticità e dove le persone che vi abitano vivono ancora a stretto contatto con la natura e con l’ambiente che le circonda. Come si può intuire anche dal titolo, l’autrice del blog ama molto la montagna ed ha partecipato ad escursioni che richiedono una grande preparazione fisica e credo anche interiore.

Un aspetto che apprezzo particolarmente è che, oltre alla descrizione di ciò che ha visto, riesce a trasmettere le emozioni che quei paesaggi e quelle esperienze, a volte anche estreme, hanno suscitato in lei. Gli articoli sono ricchi di particolari, di aneddoti e sono sempre impreziositi da numerose, splendide immagini, talmente belle che solo a guardarle mi viene voglia di infilare gli scarponi da montagna e mettermi in marcia…

Vi segnalo anche l’ultima pubblicazione di Agnese “Kilimanjaro. A tu per tu con Kibo”, un libro autobiografico che narra la scalata sulla vetta più alta dell’Africa, un’avventura accompagnata -come afferma lei stessa- da intense emozioni e grande meraviglia.

Respirazione e coerenza cardiaca

La società in cui viviamo ci spinge ad andare continuamente di fretta, ad essere sempre al massimo della produttività e dell’efficienza, mai diritto di fermarsi, di prendere fiato, di rimanere all’ascolto delle nostre emozioni, dei nostri bisogni veri e profondi… Risultato? Il corpo, e il sistema nervoso in particolare, sono sotto costante e intensa stimolazione.

Il sistema nervoso autonomo, come suggerisce il nome stesso, regola tutta una serie di reazioni che avvengono in modo indipendente dalla nostra parte cosciente. È all’opera quando siamo svegli, quando dormiamo, incessantemente e instancabilmente. Tra le altre cose, governa il battito cardiaco, la respirazione, le secrezioni di ormoni e neurotrasmettitori, le contrazioni intestinali ed il lavoro di numerosi altri organi interni. Comprende due parti: il sistema nervoso ortosimpatico e il sistema nervoso parasimpatico. Semplificando, potremmo dire che il primo agisce piuttosto da “acceleratore” (attivando ciò che serve per rispondere ad uno stimolo, per far fronte agli impegni, per reagire ad un ostacolo, ecc.), il secondo da “freno” (agendo su quanto è necessario per calmare, per rilassare, per rallentare il ritmo, ecc.).

Quando siamo sotto pressione, vogliamo prendere da mille parti e non ci concediamo mai un attimo di autentico riposo, è soprattutto l’ortosimpatico ad essere sovraeccitato, a discapito del parasimpatico. Se simili condizioni di vita si protraggono per giorni, mesi e anni, il funzionamento dell’organismo ne risente a molteplici livelli, come conseguenza del fatto che il sistema va verso il disequilibrio, si usura e la riserva di energia vitale si esaurisce. Cosa può accadere? Le digestioni si fanno male, il sonno è perturbato, la fatica si fa sentire, le difese si abbassano, perché il sistema immunitario è direttamente dipendente dalla salute del sistema nervoso e del sistema ormonale, tanto per citare alcuni esempi. Non prestando attenzione a questi ed altri campanelli di allarme, il fisico finirà per indebolirsi e ammalarsi più facilmente.

In che modo è possibile ripristinare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo? Agendo sulla respirazione, che ha un impatto diretto su orto e parasimpatico. Un metodo semplice per iniziare a lavorare nella giusta direzione e riprendere coscienza della propria respirazione, consiste nel praticare la coerenza cardiaca. Il video qui sotto aiuta a farlo. È semplicissimo. Inspirate mentre la goccia sale (cinque secondi) ed espirate quando scende (cinque secondi). Ripetete per cinque minuti, almeno tre volte al giorno. È facile, non costa nulla e si può fare ovunque. Non è raro che venga proposto anche in certi ambienti professionali, perché si è visto che quando una persona è rilassata, a proprio agio e sente di avere la situazione sotto controllo, funziona meglio rispetto a quando è sommersa di incarichi pressanti che non sa come portare a termine. Mi sembra abbastanza intuitivo che sia così…

Perché si chiama coerenza cardiaca? Perché si è visto che agendo sul sistema nervoso autonomo attraverso la respirazione, si equilibra il ritmo cardiaco.

Da un po’ di tempo ho iniziato a praticare questo esercizio con costanza e fin da subito ho sentito gli effetti positivi.

A trarne beneficio non è solo il corpo fisico, ma anche la nostra sfera psichica ed emozionale. Ogni parte di noi è legata alle altre, le influenza e ne è a sua volta condizionata. Quando le emozioni prendono il sopravvento e tendono a soffocarci, soprattutto quelle che favoriscono un atteggiamento negativo e pessimista e ci sottraggono preziosa energia vitale, l’impatto sull’intero organismo è intenso ed immediato.

È ovvio che la respirazione è solo uno degli aspetti su cui lavorare, ma è già un inizio per arrivare a gestire meglio le nostre risorse. Provate, in fondo non c’è nulla da perdere. ;-)

Crackers di quinoa e semi di lino

Ricordate i crackers ai semi di lino e germogli di quinoa ai quali ho accennato pochi giorni fa?

Crackers_4231

Eccoli! Ok, ok, non sono belli e nemmeno regolari, ma sono gustosi e ideali da sgranocchiare con insalate, paté di verdure, zuppe, formaggi o quel che volete. Sono leggeri, friabili, molto digeribili e, particolare non trascurabile, sono vivi! Ho preso spunto da una ricetta che ho letto sulla pagina Facebook di Cibocrudo, con qualche modifica, per finire il fondo di una confezione di quinoa che continuava a guardarmi. :-) Se preferite potete sostituirla con semi di sesamo o di girasole (che andranno tritati).

Breve digressione sulla quinoa, che forse non tutti conoscono o hanno già provato. È uno pseudocereale appartenente alla famiglia delle Chenopdiacee, come gli spinaci e la barbabietola. Avendo un discreto contenuto di amido e di proteine è spesso utilizzata al posto di riso, farro, grano o altri farinacei. È originaria del Sud America e ampiamente coltivata in tutto l’altopiano andino. Tra i micronutrienti che contiene, sono presenti alcuni sali minerali (magnesio, sodio, fosforo, ferro e zinco), vitamine del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E. La quinoa è priva di glutine e quindi adatta a chi ne è intollerante. Si può usare in chicchi, cotti o crudi (germogliati, per accompagnare zuppe e insalate) o sotto forma di farina, per esempio da miscelare con altre farine nella preparazione di pane o dolci. Si usano in cucina anche le foglie, come se fossero spinaci, dei quali ricordano il sapore. La quinoa rappresenta l’alimento base per le popolazioni di Perù, Bolivia, Ecuador, perciò usiamola con parsimonia. :-)

Ingredienti:

½ tazza di semi di lino

1 tazza di acqua

½ tazza di quinoa

1 cipolla

1 carota

1 cucchiaino da caffè di gomasio (miscela di semi di sesamo 95% e sale marino integrale 5%)

olio extravergine di oliva q.b.

rosmarino

timo

Lasciate in ammollo per una notte i semi di lino con una tazza di acqua e la quinoa in abbondante acqua (in bottiglia o del rubinetto opportunamente filtrata). I semi di lino sono mucillaginosi e formeranno una sorta di gelatina. Per quanto riguarda la quinoa, già il mattino seguente troverete che sono spuntati dei piccoli germogli.

Trascorso il tempo dell’ammollo, sciacquate la quinoa e unitela ai semi di lino insieme al loro liquido gelatinoso. Aggiungete la cipolla e la carota tritate finemente, il gomasio e le erbe aromatiche.

Con un cucchiaio, stendete il composto su un foglio di carta da forno o su una larga teglia leggermente unta con olio extra vergine di oliva, in modo da ottenere uno spessore di circa 1 cm (asciugando lo spessore dell’impasto tenderà ad assottigliarsi).

A questo punto scegliete la modalità di “cottura” a bassa temperatura che desiderate: in un essiccatore (5-6 ore a 40°C), vicino ad un termosifone acceso (almeno 1 giorno) oppure al sole (per un tempo variabile in base alla temperatura), se avete la fortuna di trovarvi in un luogo caldo e soleggiato (che invidia se è così!). Quando l’impasto comincerà ad asciugarsi, formate con un coltello dei quadri o dei rettangoli delle dimensioni che desiderate.

Naturalmente, se avete fretta, c’è anche la possibilità di cuocerli in forno; il gusto sarà buono, forse migliore, ma con la cottura ad alta temperatura si perdono tanti nutrienti preziosi: alcune vitamine sono distrutte a partire dai 60°C; i sali minerali assumono uno stato meno facilmente assimilabile al di sopra degli 80°C; le proteine si denaturano; alcuni enzimi (che sono anch’essi proteine) si inattivano a temperature superiori ai 45°C; gli acidi grassi insaturi sono danneggiati… Non si tratta di diventare fanatici, ma quando si può è meglio privilegiare cotture dolci e brevi per limitare i danni.

Una volta pronti, staccate delicatamente i quadratini aiutandovi con una spatola. Sarà difficile che quest’operazione riesca perfettamente, senza sbriciolarli almeno un po’, ma anche le briciole sono buone… Io le conservo in un vasetto e le metto nelle zuppe. :-) A questo punto gustate finalmente i vostri crackers come preferite.

Potete variare le verdure, le erbe, aggiungere delle spezie (curry, curcuma o paprika, per esempio, ci stanno molto bene). Sperimentateli anche nella versione dolce, unendo alla base di semi e quinoa frutta grattugiata o a pezzetti, miele o zucchero di canna integrale. Otterrete dei simpatici “biscru” allegramente colorati e approvati anche dai bambini! ;-) Insomma, a voi di giocare con la fantasia. Unico inconveniente: bisogna avere un po’ di pazienza per aspettare che siano… cotti!

Auguro a tutti un Nuovo Anno luminoso, sereno e pieno di armonia. :-)

La filosofia del camminare

Alcuni giorni fa ho letto un articolo sulla “filosofia del camminare” che mi trova completamente d’accordo.

Walking_stock.xchngFoto di zatrokz. Licenza Creative Commons

Camminiamo ogni giorno ma spesso lo facciamo in modo automatico, distratto, senza dare il giusto valore a questo esercizio che invece ha così tanti pregi. È indubbio che faccia bene al fisico, ma non solo. Lo spiega bene lo scrittore Frédéric Gros, intervistato dal giornalista Sergio Caroli. Riporto qui sotto un brano dell’articolo.

Cercate di camminare ogni giorno, se potete lontano dal traffico e dal cemento, in campagna, nei boschi, in montagna, senza musica o altri rumori artificiali. Basta anche un’ora, ma che sia un tempo in cui fate solo quello. Osservate i dettagli di ciò che vi circonda, ascoltate i suoni della natura, immergetevi in essa. Ha un potere profondamente rigenerante, per il corpo e per lo spirito. :-)

Camminare per sentirsi più liberi e spirituali

“(…) In filosofia, si ha l’abitudine di impiegare il concetto di libertà nella sua dimensione politica o morale. Il problema della libertà è posto per lo più nel suo rapporto con la legge e con le necessità naturali. Camminando, si fa l’esperienza di una libertà diversa. La libertà avvertita nel camminare è una libertà come distacco: ci si sbarazza delle sollecitazioni sociali, delle connessioni tecniche. Ci si ritrova spiritualmente sollevati dall’essere separati da tutto ciò che ci rendeva la vita più facile! Camminare ci innalza al vertice di un sentimento di vivere semplice, immediato. È la libertà come esperienza di un immenso decongestionamento dell’esistenza. Il sentimento di presenza diviene più consistente e più trasparente.

(…) Il flaneur è sovversivo perché nel mondo moderno, segnato dall’affarismo e dalla ricerca del profitto, afferma la superiorità dell’ozio. La prospettiva è inattesa, ironica. Fa sorgere bellezze gratuite dallo spettacolo di una società alienata dalla ricerca dell’utile.”

Tratto da un’intervista del giornalista Sergio Caroli a Frédéric Gros, professore di filosofia politica all’Université Paris-XII e all’Institut d’études politiques a Parigi. Frédéric Gros è, tra le altre cose, autore del libro “Marcher, une philosophie”, uscito in Francia nel 2009 (traduzione italiana “Andare a piedi. Filosofia del camminare”).

… E venne chiamata due cuori

In questi giorni sto rileggendo un libro molto bello e pieno di significato: “… E venne chiamata due cuori”, di Marlo Morgan (titolo originale “Mutant message down under”).

Foto di Jenny Rollo. Licenza Creative Commons

Narra la storia di una professionista affermata che pensa di fare un viaggio di lavoro come tanti altri e invece finisce per trascorrere alcuni mesi con la “Vera Gente”, una tribù che vive nel cuore dell’Australia, a contatto con la natura incontaminata.

Il loro è un modo di vivere semplice ed essenziale, sempre accompagnato dalla fiducia nell’abbondanza che l’universo elargisce a chiunque la sappia cogliere, in armonia e nel rispetto di tutto ciò che li circonda.

Quest’incontro inatteso segna per la protagonista l’inizio di un viaggio mistico alla scoperta di se stessa, un’avventura unica che le cambierà profondamente la vita. Da quel momento in poi, inevitabilmente, non vedrà più il mondo con gli stessi occhi di quando è arrivata.

La “Vera Gente” definisce “Mutanti” le persone che si sono allontanate da una maniera di vivere naturale e fisiologica per l’uomo, le persone che fanno parte del mondo “comune” (cioè la nostra civiltà industrializzata) da cui proviene anche la loro ospite.

Vi riporto alcuni frammenti significativi di questo testo, ricco di autentica saggezza.

“Il gioco era quasi terminato e tutti avevano partecipato. Quindi tornammo a concentrarci e anch’io feci cadere il mio pezzetto; ma più tardi, quando tornai ad accostarmi alla figura, non riuscii più a identificare il mio frammento e mi rimisi a sedere. Ooota, che ancora una volta mi aveva letto nella mente, disse: “Va tutto bene. È solo un’impressione che i frammenti di foglia siano separati, proprio come le persone appaiono separate ma in realtà costituiscono un tutto unico. Questo è il motivo per cui si chiama gioco della creazione”.

E proseguì: “Essere un tutto unico non significa che siamo tutti uguali. Ciascun essere è unico e due non possono occupare il medesimo spazio. Come la foglia ha bisogno di tutte le sue parti per raggiungere la completezza, così ogni spirito ha il suo posto speciale. A dispetto di tutte le interferenze e le manovre, alla fine ciascuno riprenderà il suo posto. Alcuni di noi cercano un sentiero diritto, mentre altri apprezzano la fatica insita nel tracciare cerchi”.

(…)

“Noi percorriamo un sentiero diritto nel Tutto. I Mutanti hanno molte fedi, e dicono che la tua via è diversa dalla mia, che il tuo salvatore è diverso dal mio salvatore, che la tua eternità non è la mia eternità. La verità è che ogni vita è unica. C’è solo un gioco in corso. C’è una sola razza, ma molte sfumature diverse. I Mutanti discutono sul nome di Dio, sull’edificio da erigere in suo onore, sui giorni in cui celebrarlo e i rituali da compiere. Com’è venuto sulla terra? Che cosa significano le sue parabole? La verità è la verità. Se tu fai del male a qualcuno, fai del male a te stesso. Se aiuti qualcuno, aiuti te stesso. Tutti hanno sangue e ossa; ciò che ci differenzia sono il cuore e il fine. I Mutanti pensano che tutto questo valga solo per la durata di una vita, e lo pensano in termini di individualità e distinzione. La Vera Gente lo pensa in funzione dell’eternità. Tutto è uno: i nostri antenati, i nostri nipoti che devono ancora nascere, la vita che è ovunque.”

Testo tratto dal libro di Marlo Morgan, “… E venne chiamata due cuori”.