Frutta “a gogo” a colazione

Uno dei momenti che amo di più della giornata è quello della colazione. Appena apro gli occhi la mattina, già me la pregusto. Da sempre, fin da quando ero bambina, per me rappresenta un rituale magico al quale non potrei mai rinunciare. A quel tempo l’associavo al profumo del caffè e delle torte semplici ma deliziose che mia mamma era solita preparare nella nostra grande cucina, il suo regno, e che svegliavano con dolcezza tutto il resto della famiglia.

Anche se oggi le mie scelte alimentari e i miei gusti sono molto cambiati, di tanto in tanto mi piace ancora viverla così, con i sapori e le tradizioni di un tempo (sapori e profumi che hanno per me l’effetto della famosa Madeleine di Proust :-)), a condizione che siano a base d’ingredienti di ottima qualità, biologici, integrali e naturali.

Adoro svegliarmi presto la mattina, quando le luci e i rumori sono ancora lontani, tutt’intorno c’è calma, silenzio, il sole non è ancora sorto e ho tutto il tempo necessario per compiere i miei rituali prima di assaporare con tranquillità il magico momento, quello della colazione appunto. Così, con il sorriso e il buonumore, può iniziare una nuova giornata.

Se la colazione è importante sia da un punto di vista fisico che psicologico, c’è però da dire che c’è colazione e colazione. C’è quella che nutre senza appesantire e permette di arrivare all’ora di pranzo senza avvertire il ben noto “buco allo stomaco” e quella che, al contrario, sottrae energia, provocando una sensazione di fame, di stanchezza e di vuoto (più che vuoto a volte è una voragine!) prima ancora di arrivare al lavoro o, quando va meglio, alla pausa di metà mattina.

Per esempio, la classica colazione al bar con brioche e cappuccino dà l’impressione di soddisfazione e sazietà in un primo momento, ma in breve tempo (tipo mezz’ora o un’ora al massimo) lascia spazio ad un fastidioso languorino che si ha voglia di colmare con altri cibi dolci. L’effetto è ancora più intenso se il cornetto, anziché essere semplice e magari integrale, è arricchito dagli zuccheri ultra raffinati e manipolati di creme e marmellate industriali, che ben poco hanno a che vedere con i dolci semplici e genuini che preparavano in casa le nostre nonne e bisnonne. Quelli erano cucinati con farine di cereali antichi, naturalmente biologici perché non si conosceva altro (!), integrali, non geneticamente manipolati, né tristemente irradiati come quelli che abbondano oggi, uova fresche di galline libere, scorrazzanti e felici, frutta colta direttamente dagli alberi… e la lista potrebbe diventare mooolto lunga.

Difficilmente troviamo questa qualità e questa genuinità nei prodotti che acquistiamo già pronti, sia al bar che nei negozi di alimentari, anche quando ce li propongono caldi e fragranti come se fossero stati appena preparati e sfornati. Biscotti, merendine, torte, marmellate industriali, cereali soffiati, zuccheratissimi muesli e altre cose di questo genere, pullulano negli scaffali dei supermercati e riempiono le dispense di tante famiglie, perché rappresentano una soluzione facile, rapida e amata da grandi e piccoli. A quale prezzo però? A volte danno anche l’impressione di rappresentare una scelta “sana e salutare”, ma se solo si prendesse il tempo di leggere con attenzione la lista degli ingredienti che contengono (con tutte quelle E…) non ci vorrebbe molto a rendersi conto che quello che contengono è tutt’altro che salutare.

Tanto più farine e zuccheri sono raffinati, quanto più rapidamente entrano nel circolo sanguigno, provocando il rapido rilascio di insulina, un ormone prodotto da alcune cellule specializzate del pancreas che, una volta rilasciato, fa abbassare il livello degli zuccheri nel sangue. Da una condizione iniziale di iper-glicemia (alto livello di zuccheri nel sangue) si passa velocemente ad uno stato di ipo-glicemia (basso livello di zuccheri nel sangue) che si manifesta spesso con un senso di affaticamento e debolezza e spinge a consumare altro zucchero. Il livello glicemico si alza di nuovo, l’insulina è rilasciata, il picco si abbassa, la stanchezza ritorna e il desiderio di dolce si ripresenta. S’innesca così una vera e propria altalena di picchi glicemici che, se si ripete quotidianamente e senza controllo, può diventare una delle cause di problemi metabolici, di sovrappeso, di obesità e di diabete.

Cosa mangiare dunque a colazione per saziare e nutrire il fisico opportunamente, accontentando al tempo stesso gli occhi e la psiche (sì perché anche questo aspetto è importante :-), almeno tanto quanto il corretto apporto di nutrimenti)? Di alternative ce ne sono diverse, sia dolci che salate. Per il momento ho sperimentato solo quelle dolci, perché al mattino il gusto del salato non mi attira (ma chissà che non cambi idea) e oggi vorrei parlarvi di un’opzione che trovo particolarmente adatta per l’estate, quando si ha voglia di cose fresche e succose e la natura abbonda di frutti deliziosi.

La mattina è uno dei momenti ideali per assumere frutta e favorire il processo di eliminazione iniziato durante la notte. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. La frutta lava, pulisce, nutre. Se è fresca, locale e di stagione, fornisce un prezioso carico di vitamine, minerali ed energia. Naturalmente dev’essere ben lavata e mangiata con la buccia (a condizione che sia biologica, altrimenti si fa il pieno di pesticidi!), dove la maggior parte di queste sostanze sono concentrate. E con i suoi brillanti colori, la frutta porta anche tanta allegria in tavola, facendo la gioia di grandi e piccini. ;-) Ecco qui la mia ricetta base.

Ingredienti:

1 banana (o una mezza banana) molto matura (buccia sottile e con macchioline nere per intenderci) schiacciata con una forchetta

1-2 frutti (o più, a piacere) di stagione ben maturi (albicocche, prugne, fichi, fragole, pere, mele o quello che c’è)

1-2 frutti secchi reidratati (messi in ammollo la notte precedente)

1 spolverata di farina di carrube o di cocco in scaglie o di cannella macinata (se non fa troppo caldo)

In un piatto o in una ciotola disponete la banana schiacciata e il resto della frutta a pezzetti, cospargete con polvere di carrube o scaglie di cocco o cannella macinata, ed è fatto!

L’abbinamento di frutta fresca e secca non è necessario e forse si addice di più alla stagione fredda, quando si ha bisogno di alimenti più calorici e c’è meno varietà di frutta fresca. A me piace quest’associazione perché aumenta il gusto del dolce, che amo particolarmente al mattino, forse per abitudine o per una necessità fisica. Anche la cannella è una spezia che si utilizza molto di più in inverno perché riscalda, ma io la amo così tanto che a volte la metto nei miei piatti anche durante le calde giornate estive.

È buona abitudine reidratare la frutta secca (qualunque sia il momento della giornata in cui l’assumete), in modo da aumentare l’apporto di fibre e liquidi che facilitano il transito intestinale. Al contrario, consumarla senza reidratarla può creare problemi di stipsi, perché la frutta secca assorbe parte dei liquidi presenti nell’intestino e rende le feci troppo compatte. Si può anche bere l’acqua dell’ammollo, che assume un sapore leggermente zuccherato e, a mio parere, gradevolissimo.

Se si avverte la sensazione di fame durante la mattina, si può fare uno spuntino scegliendo tra: un centrifugato fresco di frutta e verdura oppure un po’ di frutta fresca (o secca) oppure una manciata di frutti oleosi reidratati durante la notte (per esempio mandorle, noci, nocciole, noci del Brasile… ehm, non sono proprio a km 0 ma sono deliziose e quindi ogni tanto non resisto alla tentazione di comprarle…) e la stanchezza sarà presto superata. Si eviterà così di arrivare all’ora di pranzo con una grande sensazione di fame.

È bene non associare i semi oleosi alla frutta fresca o secca perché, essendo ricchi di proteine, rallentano la digestione degli zuccheri semplici della frutta e possono causarne la fermentazione.

Chi ha problemi di fegato, sovrappeso e/o diabete dovrà fare attenzione a non esagerare con la frutta secca, le noci e i semi oleosi, preferendo invece la frutta fresca e acquosa, soprattutto quella meno ricca di zuccheri.

A me piace molto provare le combinazioni più svariate, cambiando tipo di frutta ogni giorno, a seconda della stagione e di quello che ho a disposizione. Questo sia per un fatto psicologico – adoro sperimentare e scoprire nuovi sapori – e anche fisiologico, per non abituare il corpo a ricevere sempre gli stessi alimenti. Per non mescolare troppe cose e affaticare la digestione, preferisco scegliere un solo tipo di frutta fresca e uno solo di frutta secca, ma naturalmente ciascuno troverà il suo mix ideale.

Si può accompagnare il tutto con una grande tazza di acqua calda e succo di limone o con una buona tisana, meglio ancora se bevuta mezz’ora prima di fare colazione.

In estate, una ricca colazione a base di frutta si addice praticamente a tutti. In inverno invece devono fare attenzione le persone con poca vitalità che metabolizzano male gli acidi deboli della frutta e rischiano di demineralizzarsi se non prendono opportune precauzioni. Ma di questo parlerò in un altro post, magari all’arrivo della stagione fredda…

Per ora vi auguro una buona e ricca colazione e una felice giornata di sole. :-)

Harry Potter e la crescita personale

Ma cosa c’entra Harry Potter con la crescita personale e la spiritualità? È stata la prima domanda che mi è venuta in mente quando ho letto il titolo dell’ebook di Viviana Taccione e Leonardo di Paola, formatori, scrittori e carissimi amici.

Non sono mai stata tanto attirata dal genere “fantasy”, ma la curiosità di saperne di più su questa strana associazione era troppo forte e così mi sono lasciata trasportare dalla magia… ed è stato un bel viaggio! :-)

Con il loro modo di scrivere vivace, allegro, divertente e allo stesso tempo profondo, pieno di sfumature e significato, Viviana e Leonardo ripercorrono in questo ebook gli episodi salienti delle avventure di Harry Potter, descrivendo i personaggi principali e soffermandosi non solo sulla trama in quanto tale ma spingendosi ben oltre, andando cioè a scoprire, sviscerare e spiegare i significati nascosti dietro le avventure raccontate dall’autrice della saga, Joanne K. Rowling, significati che rendono questi testi ben più che semplici libri per bambini come potrebbero apparire ad una prima e superficiale lettura, ma veri e propri capolavori di crescita personale e spirituale.

In un mondo in cui tante persone si sentono infelici e insoddisfatte è importante ed urgente, come giustamente ci ricordano Leonardo e Viviana, ridare spazio e valore alla fantasia, alla magia del mondo colorato e un po’ folle che si nasconde dentro ognuno di noi, a quella parte creativa e sognatrice dell’essere umano che è stata trascurata per troppo tempo. Il modo di pensare prevalentemente logico e razionale ha assunto un tale potere e una tale ampiezza negli ultimi secoli da spingerci a considerare insignificante tutto ciò che non è tangibile e non può essere scientificamente provato. Non si tratta, oggi, di negare la scienza e le tante scoperte che hanno favorito un certo progresso in molti campi, ma di ritrovare equilibrio tra razionalità e immaginazione, realtà visibile e realtà non visibile, intelligenza della mente e intelligenza del cuore.

Credo che avere avuto il coraggio, l’intelligenza e la pazienza di compiere questa analisi profonda renda il libro di Viviana e Leonardo un’opera degna di grande attenzione e un’occasione preziosa per iniziare o proseguire il proprio cammino di crescita personale. Gli argomenti e gli spunti su cui riflettere sono numerosissimi, disseminati dalla prima all’ultima pagina, spaziando dal ruolo fondamentale della donna e dei valori femminili nell’evoluzione del mondo moderno (una parte bellissima quella dedicata al “femminilismo”), al significato che diamo e all’uso che facciamo del denaro, all’importanza dell’intuizione, della creatività, dell’umiltà, al valore dell’amicizia e dell’amore. E tanto, tanto altro.

Alla ricchezza e profondità degli argomenti si unisce un linguaggio vivace, divertente e accessibile a chiunque. Viviana e Leonardo hanno la straordinaria capacità di riuscire a spiegare concetti a volte anche difficili con una semplicità che mi lascia ancora incantata, anche se ormai li conosco da un po’ di tempo e mi sono abituata alla qualità e alla finezza del loro modo di lavorare e trattare anche gli argomenti più delicati.

Man mano che avanzavo nella lettura di questo libro, ho sentito crescere l’emozione e anche una certa commozione, dovute al fatto, credo, che le loro parole stavano risvegliando una parte di me che richiede più spazio e più voce. Riga dopo riga mi sono ricordata di me stessa bambina, quando amavo viaggiare con la fantasia ed ero attirata dal mondo colorato della magia, fatto di pozioni, alchimia, alambicchi, provette, streghe, maghi, elfi e folletti.

Cos’è successo dopo? È successo che un po’ alla volta, senza accorgermene, mi sono lasciata assorbire dal mondo dei “babbani” :-), fatto di doveri, concretezza, cose “utili”. Forse è per questo che sono tra quelli che ancora non hanno letto i libri di Harry Potter e visto i film che ne sono stati tratti. Oggi però non vedo l’ora di farlo!

Perché non è mai troppo tardi per fermarsi e chiedersi: “C’è abbastanza magia nella mia vita oggi? È proprio questo tipo di vita che desideravo e sognavo da bambino/a? Posso fare qualcosa per renderla ancora più speciale, meravigliosa e colorata?”.

Se è così, se anche voi desiderate fare rinascere i vostri sogni più belli e avete la forza di credere che la vita, ogni vita, anche la più dura, può diventare un viaggio straordinario verso la felicità, allora penso che vi piacerà immergervi nelle pagine di questo ebook, arricchite tra l’altro da numerose, simpaticissime immagini che rendono la lettura ancora più allegra e piacevole. Strada facendo incontrerete tante magiche sorprese. ;-)

Se vi interessa, non vi resta che fare “click” sull’immagine qui sotto per sapere come ottenerlo.

Saluto ad un amico

Sono contento di essere stato portavoce di valori ai quali resto fortemente attaccato, come la capacità vitale di riprendere il potere su se stessi.

David Servan-Schreiber

Quando ho appreso della morte di David Servan-Schreiber ho sentito una grande fitta di dolore al cuore. È stato come perdere un amico, un compagno di viaggio, un membro della mia famiglia. Per me era tutto questo D. S. Schreiber, anche se non l’avevo mai incontrato personalmente. È incredibile come a volte si possa sentire un legame così forte anche con qualcuno che non si è mai visto. Per me è un’ulteriore conferma che esiste una “famiglia di anime” che è molto, molto più vasta della nostra famiglia di sangue.

Il primo a parlarmene fu un amico, che tempo fa mi prestò uno dei suoi libri più famosi (“Anticancro. Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali”). Da allora l’ho sempre stimato, anche se oggi, a qualche anno di distanza dalla lettura di quel testo, non condivido diversi aspetti del regime alimentare che propone.

L’ho ammirato soprattutto per la forza ed il coraggio con cui ha difeso i suoi ideali e combattuto la sua lotta contro il cancro. Forse la sua storia mi ha incuriosita perché come me ha dedicato tanti anni alla ricerca scientifica in laboratorio, prima di intraprendere il suo percorso di crescita personale e spirituale. Forse perché ha sempre cercato di trovare un punto d’incontro tra medicina convenzionale e terapie alternative, nella speranza che un giorno, magari non troppo lontano, possano viaggiare su binari paralleli anziché in direzioni opposte, completandosi così a vicenda. Forse perché ha saputo unire nel suo modo di scrivere l’accuratezza ed il rigore di uno scienziato preparato e scrupoloso ad una profonda sensibilità e un’autentica umanità. Forse per il forte desiderio, che traspare in ogni pagina dei suoi libri, di aiutare gli altri attraverso la sua testimonianza e la sua esperienza di medico e psichiatra e contribuire a cambiare la visione della malattia in generale e del cancro in particolare. Forse perché è riuscito a tradurre in un linguaggio semplice e comprensibile a chiunque concetti che spesso risultano comprensibili solo ad esperti del settore.

Ma chi è David Servan-Schreiber? È un medico e ricercatore al quale in giovane età e nel pieno della sua carriera accademica viene diagnosticato un cancro al cervello. Secondo la medicina ufficiale non ha molte speranze di vita. Pur non voltando le spalle alle terapie tradizionali, inizia la sua lotta personale che lo porta a conoscere, approfondire e abbracciare una visione olistica della salute, il cui scopo è di creare e mantenere armonia tra corpo, mente e spirito. Cambia radicalmente stile di vita e tipo di alimentazione, si dedica alla meditazione che pratica con regolarità, inizia a fare più attività fisica, a prendersi cura del suo corpo e soprattutto a guardare la vita con occhi completamente nuovi. Di fronte allo stupore dei medici che avevano previsto per lui solo pochi mesi di vita, si rimette completamente.

Durante questo lungo percorso compie un’accurata ricerca nella letteratura scientifica, trova e pubblica molti dati che dimostrano quanto l’igiene di vita, il modo di pensare e abitudini alimentari sane, ecologiche e fisiologiche abbiano un peso fondamentale nella prevenzione e nella cura di tumori e altre malattie.

Pubblica diversi libri, tradotti in varie lingue, in cui descrive con cura ma anche con grande semplicità alcuni di questi esperimenti, rendendoli così comprensibili a tutti. Decide di aprire un blog dove risponde a tutte le persone, sempre più numerose, che s’interessano alla sua esperienza di vita e di medico, psichiatra e infaticabile ricercatore. Tra i suoi testi più conosciuti ci sono “Guarire” e “Anticancro. Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali”. Attraverso il suo lavoro e la sua testimonianza dà un grande contributo per diffondere la consapevolezza che siamo interamente responsabili della nostra salute, attraverso quello che scegliamo di mangiare, di pensare e di fare.

Purtroppo, a distanza di diciannove anni, il cancro torna a farsi avanti nella sua vita. È l’ennesima tappa di una lunga odissea, che ancora ha la forza ed il coraggio di raccontare in un ultimo libro “On peut se dire au revoir plusieurs fois” (recentemente tradotto in italiano “Ho vissuto più di un addio”). È un testo di straordinaria bellezza. Con grande dignità e profonda sincerità racconta le sue paure, il dolore che sente, i dubbi e le domande che lo hanno accompagnato durante il suo percorso interiore, quello che lo ha portato a una tale consapevolezza del valore della vita da dargli la forza di superare anche la paura più grande, quella della morte.

Sento una profonda gratitudine per quest’uomo che ha rappresentato per me l’esempio di un vero, autentico ricercatore, che sa mettersi in discussione e ha il coraggio di aprire la sua mente e il suo cuore per guardare oltre un certo modo di pensare comunemente accettato, quando si rende conto che quel modo di pensare non dà risposte soddisfacenti e complete alle sue domande.