Saluto ad un amico

Sono contento di essere stato portavoce di valori ai quali resto fortemente attaccato, come la capacità vitale di riprendere il potere su se stessi.

David Servan-Schreiber

Quando ho appreso della morte di David Servan-Schreiber ho sentito una grande fitta di dolore al cuore. È stato come perdere un amico, un compagno di viaggio, un membro della mia famiglia. Per me era tutto questo D. S. Schreiber, anche se non l’avevo mai incontrato personalmente. È incredibile come a volte si possa sentire un legame così forte anche con qualcuno che non si è mai visto. Per me è un’ulteriore conferma che esiste una “famiglia di anime” che è molto, molto più vasta della nostra famiglia di sangue.

Il primo a parlarmene fu un amico, che tempo fa mi prestò uno dei suoi libri più famosi (“Anticancro. Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali”). Da allora l’ho sempre stimato, anche se oggi, a qualche anno di distanza dalla lettura di quel testo, non condivido diversi aspetti del regime alimentare che propone.

L’ho ammirato soprattutto per la forza ed il coraggio con cui ha difeso i suoi ideali e combattuto la sua lotta contro il cancro. Forse la sua storia mi ha incuriosita perché come me ha dedicato tanti anni alla ricerca scientifica in laboratorio, prima di intraprendere il suo percorso di crescita personale e spirituale. Forse perché ha sempre cercato di trovare un punto d’incontro tra medicina convenzionale e terapie alternative, nella speranza che un giorno, magari non troppo lontano, possano viaggiare su binari paralleli anziché in direzioni opposte, completandosi così a vicenda. Forse perché ha saputo unire nel suo modo di scrivere l’accuratezza ed il rigore di uno scienziato preparato e scrupoloso ad una profonda sensibilità e un’autentica umanità. Forse per il forte desiderio, che traspare in ogni pagina dei suoi libri, di aiutare gli altri attraverso la sua testimonianza e la sua esperienza di medico e psichiatra e contribuire a cambiare la visione della malattia in generale e del cancro in particolare. Forse perché è riuscito a tradurre in un linguaggio semplice e comprensibile a chiunque concetti che spesso risultano comprensibili solo ad esperti del settore.

Ma chi è David Servan-Schreiber? È un medico e ricercatore al quale in giovane età e nel pieno della sua carriera accademica viene diagnosticato un cancro al cervello. Secondo la medicina ufficiale non ha molte speranze di vita. Pur non voltando le spalle alle terapie tradizionali, inizia la sua lotta personale che lo porta a conoscere, approfondire e abbracciare una visione olistica della salute, il cui scopo è di creare e mantenere armonia tra corpo, mente e spirito. Cambia radicalmente stile di vita e tipo di alimentazione, si dedica alla meditazione che pratica con regolarità, inizia a fare più attività fisica, a prendersi cura del suo corpo e soprattutto a guardare la vita con occhi completamente nuovi. Di fronte allo stupore dei medici che avevano previsto per lui solo pochi mesi di vita, si rimette completamente.

Durante questo lungo percorso compie un’accurata ricerca nella letteratura scientifica, trova e pubblica molti dati che dimostrano quanto l’igiene di vita, il modo di pensare e abitudini alimentari sane, ecologiche e fisiologiche abbiano un peso fondamentale nella prevenzione e nella cura di tumori e altre malattie.

Pubblica diversi libri, tradotti in varie lingue, in cui descrive con cura ma anche con grande semplicità alcuni di questi esperimenti, rendendoli così comprensibili a tutti. Decide di aprire un blog dove risponde a tutte le persone, sempre più numerose, che s’interessano alla sua esperienza di vita e di medico, psichiatra e infaticabile ricercatore. Tra i suoi testi più conosciuti ci sono “Guarire” e “Anticancro. Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali”. Attraverso il suo lavoro e la sua testimonianza dà un grande contributo per diffondere la consapevolezza che siamo interamente responsabili della nostra salute, attraverso quello che scegliamo di mangiare, di pensare e di fare.

Purtroppo, a distanza di diciannove anni, il cancro torna a farsi avanti nella sua vita. È l’ennesima tappa di una lunga odissea, che ancora ha la forza ed il coraggio di raccontare in un ultimo libro “On peut se dire au revoir plusieurs fois” (recentemente tradotto in italiano “Ho vissuto più di un addio”). È un testo di straordinaria bellezza. Con grande dignità e profonda sincerità racconta le sue paure, il dolore che sente, i dubbi e le domande che lo hanno accompagnato durante il suo percorso interiore, quello che lo ha portato a una tale consapevolezza del valore della vita da dargli la forza di superare anche la paura più grande, quella della morte.

Sento una profonda gratitudine per quest’uomo che ha rappresentato per me l’esempio di un vero, autentico ricercatore, che sa mettersi in discussione e ha il coraggio di aprire la sua mente e il suo cuore per guardare oltre un certo modo di pensare comunemente accettato, quando si rende conto che quel modo di pensare non dà risposte soddisfacenti e complete alle sue domande.