Una folle serata d’estate…

Oggi voglio raccontarvi un inizio d’agosto un po’ movimentato…

Il primo d’agosto in Svizzera è festa nazionale. Molti lo trascorrono in riva ai laghi o in montagna, alla sera si fa la tradizionale grigliata e poi via libera a canti, balli e fuochi d’artificio per tutti in riva al lago (dove il lago c’è, of course…).

Gli anni scorsi ho sempre visto i fuochi in lontananza, dal balcone di casa mia, ma quest’anno, complice una meravigliosa e calda giornata estiva con un cielo bluissimo, ho deciso di scendere al lago. Così, tutta contenta del mio programmino, mi sono organizzata, ho preparato il pic-nic e ho fatto una lunga camminata fino ad un borghetto che amo molto e dove vado spesso quando fa bel tempo. Ho trovato un posticino abbastanza tranquillo, impresa non facile visto che tanti altri avevano avuto, ovviamente, la mia stessa idea, e ho gustato la mia cenetta di fronte ad un tramonto spettacolare, nonostante qualche nuvolone scuro che avanzava con rapidità e con aria sempre più minacciosa…

Appena finito l’ultimo boccone, sento una prima goccia, poi un’altra, poi ne arriva una terza… “Nooo, la pioggia nooo, ti prego, le previsioni hanno messo bello, per tutto il giorno non c’è stata una piccola nube in cielo, non ho portato niente per ripararmi, né ombrello, né maglietta a maniche lunghe, nada! Ti prego pioggia, aspetta domani, please, pietà…” E invece no, di lì a dieci minuti si scatena il diluvio: pioggia a catinelle, vento, fulmini, tuoni e saette a non finire, da chiudersi le orecchie per il rumore fragoroso. Piatti e bicchieri delle tavole apparecchiate a bordo lago spazzati via in un battibaleno. Grandi e piccoli che fuggivano in fretta e furia dalle spiagge, mollando la metà delle loro cose dove stavano facendo baldoria; chi correva scalzo, chi in costume, tutti a cercare un po’ di riparo sotto alberi, tende e quant’altro potesse servire da improvvisato rifugio.

Mi sono trovata sotto un tendone che era stato montato per un concerto, abbastanza asciutta per fortuna, circondata da persone sconosciute e sconcertate, che cercavano di stare vicine vicine per ripararsi dalla pioggia, dal vento e dal freddo. Eravamo lì, tutti uguali, tutti scalzi e semi nudi, fradici e tremanti come pulcini, alcuni ancora mezzi affamati e assetati perché avevano dovuto abbandonare le loro salsicce a imbibirsi sotto l’acqua. I bimbi erano uno spasso, si divertivano un mondo per tutto il trambusto, per loro era comunque una festa. Che belli con la loro spontaneità! I più coraggiosi sono andati a farsi una bella doccia all’aperto… “Ma siii, tutto sommato, chissenefrega! Ormai che siamo qua, prendiamo quel che viene e godiamoci anche la pioggia non prevista!”

Il tutto ha continuato per circa un’ora, poi è arrivata la calma dopo la tempesta, evviva, enfin! Si pensava che la festa fosse finita, niente più fuochi, tutti a casa. Invece di lì a poco si sono uditi i primi, timidi scoppi, poi altri fuochi sono seguiti, sempre più frequenti, sempre più belli, mentre sullo sfondo, a illuminare le montagne sull’altra riva del lago, continuavano a vedersi lampi e saette, là dove il temporale si era spostato. È comparsa la luna, bellissima, quasi piena e qualche stella ha fatto capolino. Improvvisamente, come dal nulla, è sbucato un grande fuoco in mezzo al lago… Fa parte della tradizione accendere un falò sull’acqua, tirato avanti e indietro da una barca finché non si spegne. Insomma luci e bagliori, naturali e non, ovunque si guardasse, e noi lì, usciti dai nostri ripari e ora raggruppati al porto, estasiati, quasi senza parole, ma tutti sorridenti e grati per lo spettacolo ormai inatteso!

Sono tornata a casa un po’ frastornata per la giornata insolita, ma felice per tutto quello che i miei occhi avevano visto! :-)